Per chi si occupa di scrivere programmi software come me,
si ritrova ogni giorno ad affrontare il mistero del Bug ( traduzione di scarafaccio che di fatto sono gli errori lasciati dal programmatore durante la scrittura del software)
Ho trovato questo bellissimo aneddoto sul Bug e lo Zen:
“Dal punto di vista Zen il Bug è fondamentale,
viene introdotto volontariamente e usato come strumento di lavoro... (il Bug)
È quell'aspetto (dello Zen) che noi percepiamo come assurdo ed insensato,
quello che ci fa sorridere con sguardo ebete di chi non capisce fino in fondo ma sa che gli sta sfuggendo qualcosa
– forse tutto –
e che ciononostante è convinto che “il cinese” si sia perso qualche tazza di riso per strada...”.
C’e un bel libro sui bug che consiglio a tutti i programmatori di leggere:
A kyoto e’ presente un celebre quadro raffigurante una scimmia acchiappata ad un albero che tende le braccia verso il fiume per cogliervi il riflesso della luna
Ho letto un libro sconvolgente "Vendute!" scritto da Zana Muhsen che narra la storia vera di lei e sua sorella Nadia, di padre yemenita e madre inglese.
A sedici anni Zana e la sorella Nadia partono per quella che pensano essere una vacanza nello Yemen.
Pochi giorni dopo il loro arrivo, scoprono di essere state vendute dal padre, all'insaputa della madre, che le cercherà ovunque, affinchè vadano in spose a due yemeniti sconosciuti.
Vengono violentate per anni, costrette a vivere come schiave, a lavorare nei campi e nella casa per 18 ore al giorno, vengono fatte partorire a forza, poichè lo Yemen riconosce il diritto all'espatrio ai mariti che hanno prole da donne di altri paesi.
Questo incubo dura ben 8 anni per Zana, finalmente ritrovata dalla madre e fatta rimpatriare in Inghilterra grazie a un escamotage, visto che la legge Yemenita vieta a una donna sposata di viaggiare. Nadia è ancora prigioniera lì, madre di 6 figli.
E' un libro che fa molto riflettere...
Anche nel secondo libro che ho letto: "Salvate!"
racconta la sua lunga lotta per salvare la sorella Nadia e farla ritornare a casa
La storia è cominciata nel 1980, oggi siamo del 2007!
da 27 anni Nadia e' ancora prigioniera nello Yemen
Per praticare la meditazione in Zazen occorre scegliere un posto tranquillo dove sedersi, ne troppo caldo nè troppo freddo.
Usate un cuscino consistente, e sedetevi sopra con le gambe incrociate, cominciate con venti minuti circa.
Cercando di far toccare bene le ginocchia a terra, avere la sensazione di stabità, come una montagna.
Tenere la schiena ben dritta e tendere la nuca
Portare la mano destra, palmo verso l’alto, sul piede sinistro e la mano sinistra, sul palmo della destra.
Le dita dovrebbero sfiorarsi appena con la punta
Le spalle devono essere rilassate e i gomiti leggermente distanziati dal corpo.
Gli occhi, vengono tenuti aperti con lo sguardo verso il basso
Il mento deve essere rientrato e la nuca tesa
Ma cosa fare durante zazen?
Concentravi unicamente sulla posizione del corpo e sul respiro, i pensieri vi passeranno continuamente davanti, ma voi continuate a concentrarvi sul respiro calmo e profondo.
La posizione della mano sinistra e' molto importante nello Zazen
La mano sinistra controlla la mano destra, si posa sulla mano destra
Nei tempi remoti e' stato insegnato a controllare la propria mente mettendo il proprio spirito all'interno della mano sinistra
Per approfondire ulteriormente la conoscenza della posizione guardate questo documento utile allo scopo
Lavorare e procedere con lentezza quasi contemplativa, attenti allo svolgimento delle proprie mansioni, ma senza dimenticare se stessi, è senz'altro una forma di meditazione.
Quello che succede è la riscoperta, della lentezza nel compiere le cose, della delicatezza del cuore, dello sguardo rispettoso e meravigliato contro quello malato di attaccamento, della meditazione quotidiana, non come evasione, ma come apprezzamento umile e coraggioso del qui e ora.
Chi segue questa filosofia viene invitato a non fare straordinari, a rincasare contemplando le valli e i monti, a prendere tempo per passeggiare tra i boschi con le famiglie, a respirare la brezza del mare, a chiaccherare nei quartieri.
"Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi."