Un monaco voleva starsene seduto in meditazione, immobile,
imperturbabile e attento;
non parlava, non si faceva distrarre dalla gente intorno,
quasi non respirava.
Un giorno, durante una pausa, un altro monaco gli domandò:
" Da chi hai imparato a meditare in questo modo ? "
" Da un gatto "
" Che cosa intendi dire "
" Da un gatto che se ne sta acquattato davanti alla tana di un topo "
Di solito manteniamo questa concentrazione di fronte
a cose piacevoli
o davanti a dei pericoli
Si può imparare a meditare anche da un gatto !
concentrazione
rilassamento
pazienza
prontezza
1 commento:
Concordo: conosco questo genere di concentrazione. Quando scrivo e quando scatto fotografie: in mezzo alla galaverna, avevo le dita rosse da far paura e me ne sono accorta solo dopo aver finito di fare foto. Non ho sentito il freddo...se non alla fine.
Vorrei tanto poter comprendere i tuoi koan sonori, ma purtroppo sono ipoacusica, certi suoni non li sento più, pur potendo ancora cantare: non oso chiederti i sottotitoli. So benissimo, per averla studiata (canto e musicoterapia), l'importanza del suono. La voce è l'anima della persona: ti dice a che punto sei del cammino.Se lavori su di te, lavori anche sulla voce, e viceversa.
Un abbraccio. Serena domenica.
Grazie per le orme che hai lasciato sulla mia terra.
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